Nessuna attenuante per chi abbia ucciso il coniuge in condizioni di grave ed irreversibile sofferenza fisica. Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza 50378 confermando la condanna per omicidio volontario a 6 anni e mezzo di carcere ad un 88enne reo di aver sparato alla moglie ricoverata in ospedale per l’aggravarsi dell’Alzheimer. Nessuno “sconto etico”, dunque, come richiesto dalla difesa dell’imputato, giacché per i supremi Giudici resta valido il “superiore principio del rispetto della vita umana, che è il criterio della moralità dell’agire”. Circostanza che rinnova il tema ancora dibattuto dell’eutanasia, “del tutto distinto” secondo la citata sentenza che mantiene fermo il “ripudio di condotte, come quella posta in essere dall’imputato, connotate da violenza su persona indifesa mediante l’uso di arma da fuoco e in un luogo pubblico”
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